Cosa serve all'arte per essere contemporanea? È una questione di mezzi e linguaggi sempre nuovi? La parvenza elitaria, che nel senso comune ha assunto, è destinata a essere confermata o smentita?
Si può tentare di dare una risposta a queste domande citando le famose parole di Giulio Carlo Argan: «L’arte contemporanea non è tale soltanto perché ‘è’ l’arte del nostro tempo, ma perché ‘vuole’ essere del proprio tempo: contemporanea e partecipe, in senso positivo o negativo, della situazione non soltanto politica ma culturale». Allora il punto chiave è capire qual è la situazione culturale in cui viviamo, intendendo con questa non solo le circostanze in cui si sviluppano le varie forme e linguaggi artistici, ma soprattutto la difficile arte del vivere insieme.
Negli ultimi anni sono rimasto colpito dalle idee e dalla visione del vivere moderno del sociologo Zygmunt Bauman e in particolare sono stato catturato dal concetto di Vita Liquida. Come l'importante pensatore scrive: « “Vita liquida” e “modernità liquida” sono profondamente connesse tra loro. “Liquido” è il tipo di vita che si tende a vivere nella società liquido-moderna. Una società può essere definita “liquido-moderna” se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure. Il carattere liquido della vita e quello della società si alimentano e si rafforzano a vicenda. La vita liquida, come la società liquido-moderna, non è in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a lungo».
Bauman spiega che la Modernità è passata da uno stato solido basato sulla figura del produttore dove il potere era ancora legato allo Stato e alle sue istituzioni, ad uno liquido fondato sulla figura del consumatore con il potere ormai delegato al mercato e ad entità extraterritoriali. L'identità del consumatore deve essere necessariamente liquida, adattabile alle esigenze del mercato e dal suo ricambio continuo dei beni di consumo, tutti con l'immancabile data di scadenza. Inoltre la debolezza dell'identità è alimentata dallo smantellamento di tutti i poteri che ai tempi della modernità solida erano relegati alla società. L'individuo è stato lasciato solo ad assumersi la responsabilità dei propri fallimenti perché non c'è più nessuna garanzia da parte della comunità. Di conseguenza l'individuo è in una costante condizione di incertezza che causa uno stato di ansia e paura e che investe ogni rapporto sociale in un circolo vizioso che si autoalimenta.
Prendendo spunto per il mio lavoro da questa visione, ho voluto sostituire l'dea di liquido con quella dell'ombra. I personaggi-ombra dei dipinti si muovono perlopiù in paesaggi urbani, scenario ideale della vita liquido-moderna. L'ombra, concettualmente parlando, suggerisce, al pari del liquido, una percezione di inconsistenza e di non-forma. Ma c'è una differenza sostanziale: l'ombra per esistere ha bisogno di un corpo che la proietti. È un modo per dare l'idea che all'interno della vita dell'individuo può esistere una visione molto più profonda del Sé, della propria coscienza, e che può essere il fondamento di un nuova concezione della società da cui può nascere un nuovo umanesimo.